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La Gestione del Primo Soccorso in azienda

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La formazione al Primo Soccorso, rientra pienamente nel contesto degli addetti al sistema della Sicurezza in azienda, il cui compito principale è la diffusione di una cultura della responsabilità e della prevenzione negli ambienti di lavoro.
Il sistema italiano a tal proposito presenta diverse problematiche che è bene affrontare.

Per Primo Soccorso si intende quell’insieme di interventi, azioni e manovre eseguite da qualunque cittadino che si trovi ad affrontare un’emergenza sanitaria, in attesa dell’intervento di personale specializzato.

L’elevato numero di incidenti gravi e mortali che continuano a verificarsi con una frequenza piuttosto significativa negli ambienti di lavoro indica chiaramente che il rapporto costi-benefici della formazione alla sicurezza rimane ancora lontano dal raggiungimento di risultati soddisfacenti.
 
L’esito dell’evento infortunistico sul lavoro dipende non solo dalla gravità dell’evento stesso e dall’entità del danno procurato, ma anche dall’efficacia dei soccorsi che vengono prestati ai lavoratori vittime dell’infortunio. Ciò che conta è soprattutto la tempestività dei soccorsi.
 
Infatti, la presenza sui luoghi di lavoro in caso di infortunio, di un primo soccorritore non sanitario, opportunamente formato ha due effetti positivi:

- uno diretto, perché determina un allertamento precoce del sistema d’emergenza, contribuendo alla tempestività del successivo intervento sanitario,
- uno indiretto, poiché evita nei casi di non urgenza un uso improprio del personale e dei mezzi di soccorso sanitario, favorendo l’appropriatezza delle attività d’emergenza sanitaria.

La normativa italiana

La normativa (D. Lgs. 81/08 ) prevede che il datore di lavoro debba designare i lavoratori incaricati dell’attuazione del PS, fornendo loro un’adeguata informazione, formazione ed addestramento.
I lavoratori designati non possono, se non per giustificato motivo, rifiutare tale designazione.

Il D. Lgs. 81/08 poi, rimanda in maniera circostanziata al D.M. 15 luglio 2003, n. 388 che contiene le disposizioni sul pronto soccorso aziendale, in riferimento ai requisiti del personale addetto al PS, la formazione specifica ed i contenuti minimi delle attrezzature.
 
Secondo il D.M. 388/03 le aziende/unità produttive sono classificate in tre gruppi (A, B,C) in base al tipo di attività svolta, al numero di lavoratori impiegati e ai fattori di rischio occupazionali.

Gli Addetti al Primo Soccorso
sono formati con istruzione teorica e pratica per l’attuazione delle misure di primo intervento e per l’attivazione degli interventi di Pronto Soccorso. La loro formazione è svolta da personale medico, in collaborazione ove possibile con il SSN e deve ripetersi con cadenza triennale, almeno per quanto attiene alla capacità di intervento pratico.

La realtà del APS nei luoghi di lavoro

E’ possibile notare diverse criticità nei luoghi di lavoro allo stato attuale:

1) Prima di tutto i lavoratori addetti al PS non vengono scelti sulla base della motivazione ma vengono “designati”;
2) la metodologia didattica seguita generalmente è di tipo tradizionale, con una parte teorica preponderante e scarso addestramento pratico;
3) per contenere i costi i gruppi sono numerosi e il rapporto docente-discenti basso;
4)l’aggiornamento effettuato ad intervalli di 3 anni non permette il mantenimento delle abilità pratiche e delle conoscenze teoriche.

Di conseguenza gli Addetti designati mostrano spesso molte resistenze ad assumere questo ruolo per timore di conseguenze legali e, se a ciò si aggiunge lo scarso interesse al tema da parte delle aziende, il risultato è che il Primo Soccorso è visto solo come una norma cui adempiere.

Una soluzione in merito alle modalità di apprendimento, potrebbe essere dedicare più tempo ed energie alla parte pratica, dando quindi più spazio ad esercitazioni condotte in piccoli gruppi. Infondo parliamo di soggetti non sanitari di professione, il cui intervento non avviene frequentemente.

Relativamente poi ai criteri di scelta nella designazione degli Addetti al PS, si potrebbe operare una selezione in base alla reale motivazione, considerando eventuali esperienze pregresse o attuali nel campo del volontariato ad esempio.

Un altro punto importante è costituito dalla frequenza dell’aggiornamento.
È probabile che una maggiore frequenza dell’aggiornamento possa contribuire a ridurre l’iniziale diffidenza dei lavoratori e delle aziende e possa permettere di acquisire questa pratica all’interno delle buone prassi aziendali, diventando un fatto culturale consolidato.

Infine, affinché la formazione sia più efficace possibile, si potrebbe ipotizzare che la programmazione ed i contenuti dei corsi di formazione al PS siano il più possibile inerenti all’attività produttiva dell’azienda e ai rischi occupazionali evidenziati nel Documento di Valutazione dei Rischi.
I contenuti trasmessi dovrebbero infatti focalizzarsi su poche nozioni importanti, relativamente alle situazioni cliniche che possono davvero mettere a rischio la vita, specifiche per quella data realtà e privilegiando le abilità pratiche.

La formazione e l’addestramento al Primo Soccorso rappresentano dei formidabili strumenti di prevenzione che, da un lato, garantiscono la presenza sul luogo di lavoro di personale, sia pure non sanitario, addestrato a fornire una prima assistenza qualificata alle vittime di un infortunio o di un malore, dall’altro permettono ai lavoratori formati di conoscere ed assumere gli atteggiamenti ed i comportamenti più idonei ad evitare il verificarsi di incidenti ed eventi dannosi.

Referente: Ing. Gioacchino Vendola
e-mail: g.vendola@auxosrl.it


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